La produzione discografica di questi ultimi anni ha visto nascere una nuova tendenza: i DJ, da fruitori di musica altrui – con l’ovvio scopo di proporre al proprio pubblico l’ascolto di una selezione dei brani del momento – d’un tratto sono divenuti “compilatori” di un certo tipo di musica, cosa che può essere interpretata come espressione di un personale eclettismo, e quindi una nuova forma di arte musicale.
Anche grazie alle moderne tecnologie elettroniche, il successivo passo verso la produzione di musica propria – magari copiando e incollando da varie parti – è stato breve. Questo è stato il comune punto di partenza di talenti anche molto interessanti, come ad esempio gli austriaci K&D; o il multietnico Claude Challe ideatore della serie Buddha Bar, e di una miriade di altri artisti, che pur producendo musica piacevole ed intrigante, è difficile pensare che lasceranno di sé una traccia duratura.
E’ questo il caso di Luca Fronza, in arte 5th Suite, che con questo suo secondo album Find Pleasure (il precedente The Deep North’s Breakbeats del 2001) presenta un disco piacevole, dalle ritmiche sostenute, decisamente indirizzate verso un pubblico frequentatore di dancefloor alla moda. Nonostante si avvalga della collaborazione di un personaggio di talento come Will White, producer degli inglesi Propellerheads, con il quale ha coprodotto l’intero album, il risultato ottenuto non è del tutto convincente. Poca la carica comunicativa: in tavola c’è un po’ di tutto (influenze brasiliane, ritmi jazz e funky dal vago sapore acid, tanta italodance e qualche break hip hop) e si cerca di mettere assieme i sapori, sperando nella confusione, in una varietà di gusti che faccia colpo nel mucchio. Il disco offre i suoi momenti migliori con la track di apertura Ecoutè, Dubossa brano strumentale con influenze bossa e dub (come ci dice già il titolo) e Kickflip il primo singolo prodotto insieme a Will White, in cui le basi breakbeat la fanno da padrone. Complessivamente una produzione accattivante e di maniera, che probabilmente non inserirete ancora nel vostro lettore che tra un paio d’anni, mentre starete ancora cercando quale piacere?