Recensioni

Pre-teen punkrockers

E’ successo: non pensavo sarebbe mai successo, ma anche un’etichetta “diversa” come la Hellcat Records ci propone la sua “teen band”, una sorta di Hanson un po’ più punk.

Perché questa mossa? Sinceramente, pur seguendo l’etichetta da tanto tempo, non riesco a capire: l’unica cosa che mi viene in mente è che la fruizione di un genere come il punk sia irrimediabilmente cambiata, e che le etichette le provino tutte per attirare attenzione e nuovo pubblico. Fatto sta che l’età media di questi quattro californiani è quella in cui si frequentano le scuole superiori, e questo dalla musica si sente. In tutto il cd ho trovato due buone idee: uno è il pezzo iniziale Hollywood, degno dei migliori Blink 182 (un po’ più emo però), l’altro è l’intro di Cool Mexicans, cantato strascicato alla Tim Armstrong che in bocca ai Rancid sarebbe diventato semplicemente spettacolare. Peccato che qui si risolva in un pezzo pop-punk alquanto anonimo, ed è proprio questo il problema degli Orange: il cadere nell’anonimato più totale! E’ evidentmente troppo presto per una band che ha avuto un paio di buone intuizioni melodiche, costruirci un cd intero intorno è un’esagerazione.

Procedendo con l’ascolto diventa sempre più evidente che i ragazzi sono “cresciuti” mescolando Rancid (influenza riscontrabile in certe soluzioni vocali) e pop-punk: due elementi solo apparentemente vicini, che in realtà non hanno niente a che vedere l’uno con l’altro.
Si tocca il fondo con la conclusiva Orange, nelle intenzioni della band probabilmente uno di quegli anthem da urlare tutti insieme battendo le mani, in realtà una nenia di tre minuti e mezzo sprovvista di qualsivoglia melodia decente.
Per concludere, ci sono anche due tracce che si possono leggere solo su pc, che però non valgono assolutamente la pena di levare il cd dallo stereo per infilarlo nel pc.