Recensioni

Dall’Olanda con furore

Fossi uno di quei produttori senza scrupoli alla ricerca della nuova gallina dalle uova d’oro sarei pronto a scommettere sul nome di questi baldi olandesi, fautori di un nu-metal dai toni in linea con i fortunati scandinavi Rasmus, ma con una attitudine sonora molto meno tamarra e una vena melodica per niente banale.

Anzi, il primo e l’ultimo dei brani che compongono questo ep (Here I am ed Around my head), ha i crismi del singolo contagioso e mette in luce la migliore arma a disposizione degli A Day’s Work: ovvero la capacità di dipinge torridi crescendo catartici degni degli attuali migliori esponenti in questo ambito, i Muse.
Se poi saranno in grado anche solo di avvicinare tali nomi è un altro paio di maniche; intanto è piacevole trovare oltre alle quattro tracce audio due tracce video sul supporto, il che permette di farsi un’idea anche visiva del quintetto (anche se per la verità bisogna dire che da questo punto di vista l’appeal di altre formazioni col medesimo target mi sembra maggiore).
In uno dei due filmati la band è colta durante una performance dal vivo che ne conferma la compattezza, ma non offre altri spunti di interesse.
Anche quando la temperatura diminuisce (è il caso di Who will save us, con il cantato nelle strofe che piacerebbe a Justin dei Darkness) la band non resiste alla tentazione di sfociare nell’ennesimo ritornello antemico per una formula che in soli quattro brani di certo non pụ stancare, ma in una prova sulla lunga distanza necessiterebbe di una revisione.
Non c’è molto altro da aggiungere se non che questo Drowning in what I believe è un buon biglietto da visita per un gruppo che sa il fatto suo, con qualche ambizione e poco divismo.