Recensioni

Diverse intenzioni

Le orecchie ancora piene del profondo Early Days, ci ritroviamo con questo Titles & Icons una Beth Hirsch di intenzioni diverse, che riprende decisamente l’elettronica gentile che aveva incorniciato il suo fortunato cameo in Moon Safari degli Air, facendo apparire il disco precedente come una luminosa ma irripetibile deviazione.

Abbandonate in buona parte le velleità di folk-singer, la Hirsch si circonda in questo secondo album di ben tre produttori: Black Dog, Jackson e Custom Blue apportano quindi con maestria un sound perfetto ed un po’ algido a dieci brani (più consueto mix) che fanno della forma la propria bandiera.

E’ vero, preferivamo di gran lunga la Beth di un paio di anni fa, che dalla propria scarna chitarrina faceva fioccare capolavori di passione quali Gabrielle, ma c’è del buono anche nella attuale sovrabbondanza di strumentazione: la voce della Hirsch, in primis, che -seppure “domata” e meno protagonista- risplende comunque di propria luce, ed una manciata di buone melodie. In effetti, l’intero disco si fa ascoltare con l’uniformità rassicurante di una Lisa Loeb più stilosa, ma s’impongono almeno la title-track, Until I Met You e la divertente Nest Sensation. Niente di trascendentale, intendiamoci, ma chi è rimasto infatuato dalla vocina eterea che cantava you make it easy non potrà lasciare in negozio questo patinato divertissement.
Magari, però, nascondete Early Days nel cassetto: occhio non vede…

TRACKLIST

01. Let It Live [beatless]
02. I Know Why
03. Titles & Idols
04. Captain Daylight
05. Nest Sensation [album version]
06. Until I Met You
07. Who Said
08. Ordinary Life
09. Nigel & Fiona
10. Hindsight
11. Let It Live [radical mix]