Danza popolare

Musica popolare: la pizzica salentina

La diffusione della pizzica

Da qualche anno a questa parte, grazie anche all’interpretazione di alcuni grandi cantanti originari del Salento, la pizzica è diventata tra i balli popolari più conosciuti. Chi ha trascorso una vacanza in Salento non può non aver ascoltato almeno una volta per le strade di paese le note di questa danza travolgente e gioiosa.

La notte della Taranta, che è uno degli eventi estivi più importanti del territorio, e che si svolge a tappe in diverse serate, è l’occasione ideale per godersi una serata saltellando al ritmo di una delle musiche più coinvolgenti che ci siano.

A Lecce è possibile seguire corsi di pizzica salentina, per vivere appieno la propria esperienza di vacanza in questo territorio. Naturalmente, una volta giunti in questa bellissima città, non possiamo perdere l’occasione per visitare il barocco leccese, uno stile emblematico di questa terra. Trovare case vacanze Lecce è inoltre un’ottima scelta per chi vuole provare ogni giorno spiagge diverse, visto che si trova nel punto più centrale del Salento, e consente di raggiungere sia il versante adriatico che quello Ionico in poco tempo.

Quali sono le origini della Pizzica leccese?

Le origini di questa danza si perdono nella leggenda. Secondo alcuni racconti pervenutici, veniva utilizzata inizialmente come effetto terapeutico. In pratica, le donne che lavoravano i campi e che venivano morse da un ragno velenoso, la “Tarantola” (Taranta”), venivano percorse da spasmi dolorosi che potevano essere eliminati solo attraverso le proprietà terapeutiche di questo ballo. La vittima si ritrovava così a ballare per giorni, addirittura anche per settimane con lo scopo di eliminare del tutto gli effetti dolorosi del veleno.

Con il tempo, la connotazione del ballo si è legata soprattutto ad un significato più “romantico”. Oggi la pizzica viene infatti vista come un rituale di corteggiamento. Solitamente, a ballarla sono un uomo ed una donna. Questa sventola con grazia un fazzoletto rosso, saltellano e girando su se stessa, esibendosi, per così dire agli occhi del corteggiato. L’uomo invece pratica dei saltelli più piccoli, girando a volte intorno alla donna, a volte rimanendogli di fronte o alle spalle.

Il ritmo di questo ballo è facilmente riconoscibile. A sentirlo la prima volta e vedendo esibire qualcuno già esperto si potrebbe pensare che non presenti grosse difficoltà. In realtà si tratta di compiere movimenti ben precisi, che a volte accelerano ed a volte rallentano impercettibilmente, accompagnati dal movimento sincronizzato delle braccia.

Il ritmo è scandito dal suono del tamburello, che batte incessantemente dall’inizio alla fine.

Una delle canzoni più famose, la cui versione è stata anche riadattata in stile molto meno popolare dai Negramaro è “lu rusciu de lu mare”. La versione degli Allabua è quella che rispecchia la vena salentina del canto. Il titolo significa letteralmente “il rumore del mare”. Questo canto d’amore struggente parla dell’amore impossibile tra la figlia del re ed un soldato, che non possono coronare il loro desiderio d’amore a causa delle differenze sociali imposte dalle convenzioni.