Una vita da mediano è un brano di Ligabue, composto nel 1999 , primo singolo estratto dell’album dello stesso anno “Miss Mondo”. Il brano, in controtendenza con i tempi, narra , racconta, elogia il ruolo degli “antieroi”. Come per il brano di De Gregori precedentemente analizzato anche “Una vita da mediano” del cantautore emiliano è ricco di diverse analogie tra calcio, presente su www.astekbetitalia.com, e vita, in un elogio dedicato a tutte quelle persone che vivono la propria vita nel sacrificio, in sordina, lavorando duramente più per gli altri che per se stessi.
Una vita da Mediano, storia dei padri di famiglia
La vita da mediano di Ligabue è proprio il sudore del sacrifico dell’uomo che porta avanti “la barca” della vita altrui, un padre appunto, che con il sudore di ogni giorno, con la sveglia di ogni maledetta mattina, con il lavoro di ogni giorno permettono agio e conforto a tutti i membri del proprio nucleo. “Nato senza i piedi buoni” e allora fuori dalle velleità, in sordina appunto e destinato al sacrifico perenne, senza mai lamentarsi della stanchezza, dei problemi, di qualsiasi cosa legata alla propria persona.
La speranza, “lavorando come Oriali”
Il brano fa riferimento proprio al calcio, e a Gabriele Oriali, mediano vecchia scuola dell’Inter negli anni 70. Uno “senza i piedi buoni, che lavora sui polmoni, anni di fatiche e botte e vinci caso mai i mondiali”. Il giocatore pur non distinguendosi per classe e piedi buoni colmava le mancanze nel campo proprio con il sacrificio e la lotta su ogni palla, con grinta e passione, tutto in modo umile. Coerenza, dedizione, umiltà, passione, determinazione e forza di volontà sono elementi che ben rappresentano questa figura espressa da Ligabue con il termine calcistico mediano. Trasportato nella vita quotidiana, però, il mediano diventa il non protagonista che però, a differenza di altri, può camminare sempre a testa alta poichè ciò che è riuscito a costruire e ad ottenere nella propria vita lo ha fatto con la sola forza delle sue braccia.